VILLA BONOMO 

“…a mano a mano che si saliva, la città si ingrandiva e Trieste presentava il più bel quadro possibile.

Giungemmo alla casa di Bonomo, di lì si ha l’impressione di piombare sulla città…” 

 

Questa è l’impressione che si ha salendo Via Bonomea, strada costruita per raggiungere Villa Bonomo, da cui ha preso il nome. I Bonomo, la più illustre e conosciuta tra le tredici casate triestine, fecero costruire questa prestigiosa villa nel ‘700, nel borgo di Terstenico, sopra l’altura di Gretta. Per la prima volta questa villa d’epoca e i suoi incantevoli giardini, aprono le porte al pubblico. Disponibile per eventi privati con i suoi ampi saloni interni e i giardini a terrazze con vista sul golfo.

LA STORIA

Il 2 febbraio 1246 a Trieste viene istituita la Confraternita Nobiliare di San Francesco, detta anche delle Tredici Casade, da tredici famiglie illustri di origine mercantile, che si ritenevano di discendere dal “Gran Sangue Romano”. La Confraternita, dal numero chiuso di 40 membri, non ammise mai al suo interno altre famiglie patrizie. In assoluto i Bonomo rappresentano la più importante e forse la più conosciuta delle Tredici Casate triestine.

Evoluzione dello stemma della casata nobiliare dei Bonomo nei secoli

Evoluzione dello stemma della casata nobiliare dei Bonomo nei secoli

Di questa illustre dinastia, estintasi nella seconda metà dell’800, il vero capostipite fu Francesco de Bonomo, ambasciatore del Comune di Trieste presso la Serenissima Repubblica nel 1370.
I Bonomo nei secoli furono sempre, oltre che grandi possessori di vigneti nel territorio di Trieste , membri di spicco nelle civiche istituzioni. Diverse furono invece le fanciulle della rinomata casata ad entrare a far parte del monastero di San Cipriano, a Prosecco.

Pietro Bonomo

Pietro Bonomo

Uno dei personaggi più importanti e controversi della Casata, e forse anche del’intera Confraternita nobiliare delle XIII Casate, fu Pietro de Bonomo (1458-1546) divenuto vescovo della città in uno dei momenti più drammatici della sua storia. Uomo amatissimo dalla sua città, quando l’Impero e la Serenissima scesero in guerra l’uno contro l’altra nel 1508, Pietro chiese aiuto per i suoi concittadini, ma, capitolata l’alabarda, dovette fuggire in esilio. Nel luglio 1521 fu nominato Gran Cancelliere e capo del Consiglio di Corte di Vienna, tuttavia il suo ritiro dalla politica avvenne poco tempo dopo.

Nel 1600 la famiglia Liechstock de Lichtenheim di Graz possedeva un terreno a Terstenico, oggi identificato come il colle di Monteradio. Cristoforo de Bonomo (1667-1752) addetto alla Commissione Economica di Trieste, sposò Margherita Liechstock ed entrò quindi in possesso del podere sulla cima del colle.
Furono la relativa vicinanza alla città e la splendida vista in una natura ancora incontaminata che persuasero il figlio di Cristoforo, Andrea Giuseppe, a costruire sul podere in cima al colle la villa di famiglia.

Si tratta quindi di Villa Bonomo, un’elegante fabbricato dalla facciata a timpano prettamente settecentesca affiancata da altre costruzioni rurali per servizi e servitù. L’elemento di maggior rilievo della villa è il poggiolo dalla bella balaustra in ferro battuto recante l’arme dei Bonomo, una scala bianca ascendente in campo rosso, che si ripete in pietra sul fianco della villa.

Lo stemma in pietra

Lo stemma in pietra

Lo stemma sul balcone

Lo stemma sul balcone

Nel suo diario del 1776, Conte Carlo de Zinzendorf, governatore della città, scriveva:

“…a mano a mano che si saliva, la città si ingrandiva e Trieste presentava il più bel quadro possibile. Giungemmo alla casa di Bonomo, di lì si ha l’impressione di piombare sulla città…”

Ma la strada per giungere alla villa era impervia, lunga e dissestata. Per queste ragioni il governatore de Zinzendorf, buon amico di Andrea Giuseppe de Bonomo, volle creare una via di comunicazione rapida per collegare Villa Bonomo alla città. Fu così che nel 1779 venne inaugurata via Bonomea.

 

Ed è proprio dalla villa dei Bonomo che il celebre pittore francese L.F. Cassas ritrasse nel 1782 il famoso panorama della città.

La residenza in una stampa di fine settecento. La stampa della Casa dominicale dei Bonomo è stampata sul testo di Pietro Covre, “Cronache di patrizi triestini”, del 1975.

La residenza in una stampa di fine settecento. La stampa della Casa dominicale dei Bonomo è stampata sul testo di Pietro Covre, “Cronache di patrizi triestini”, del 1975.

Dipinto di Cassas pubblicato vent’anni dopo nella raccolta di stampe "Voyage pittoresque et historique de l’Istrie et de la Dalmatie".

Dipinto di Cassas pubblicato vent’anni dopo nella raccolta di stampe “Voyage pittoresque et historique de l’Istrie et de la Dalmatie”.

Stampa del 1872 firmata Francesco Bachrach (Biblioteca Civica di Trieste)

Stampa del 1872 firmata Francesco Bachrach (Biblioteca Civica di Trieste)

Andrea Giuseppe de Bonomo si spense nel 1797 senza lasciare figli. Era un personaggio colto, un letterato e un numismatico e visse celibe soggiornando serenamente nel suo splendido eremo di Terstenico.Andrea Giuseppe de Bonomo si spense nel 1797 senza lasciare figli. Era un personaggio colto, un letterato e un numismatico e visse celibe soggiornando serenamente nel suo splendido eremo di Terstenico.

Stampa del 1872 firmata Francesco Bachrach (Biblioteca Civica di Trieste)

Stampa del 1872 firmata Francesco Bachrach (Biblioteca Civica di Trieste)

Una volta estintasi la casata, Villa Bonomo ebbe un susseguirsi notevole di passaggi di proprietà:
29.03.1832 Margarita de Capuano nata de Costanzi
17.06.1868 Conte Francesco Marenzi
26.06.1871 Enrico Ritter de Zahony
07.02.1888 Emilio Monti
01.12.1898 Leopoldo Vianello
10.07.1901 Conte Alessandro Economo
12.10.1950 Antonia Fucka in Ralza

Ed è così che la villa arriva alla nostra nonna, Antonia, che per noi è sempre stata “nonna Draga”. Una donna meravigliosa che ha dedicato la sua vita a questa casa e ai suoi abitanti, in principio da sola e poi con “nonno Rudy” al suo fianco. Insieme sono riusciti a preservare e, grazie all’amore che riempie ogni centimetro di queste stanze, a rendere ancora più speciale il prezioso gioiello che è Villa Bonomo.

Se, con i nostri saloni, i nostri giardini e la nostra ospitalità riusciremo a regalarvi anche solo un sorriso e un attimo di pace, penso potremo affermare, senza riserve, che i nonni sarebbero stati fieri di noi. Grazie nonni.

Fonti

Gretta” di Fabio Zubini, edizioni Italo Svevo, Trieste, 1995
Le tredici Casate di Trieste” di Sergio Sghedoni, Associazione le Tredici Casade, Trieste, 2000
www.13casade.com
www.gazzettinogiuliano.it – Storia di Roiano e Gretta
www.quitrieste.it – Terstenico

GLI AMBIENTI 

PIANO TERRA

PRIMO PIANO

La villa, costruita verso le metà del Settecento, rispecchia bene i caratteri architettonici dell’epoca. La facciata principale, ben riconoscibile per la tipica struttura a timpano, svetta in cima al colle, e davanti ad essa si apre l’interno golfo di Trieste. Su di essa l’elemento che cattura di più l’attenzione è il balcone centrale, la cui balaustra lavorata in ferro battuto reca lo stemma dei Bonomo.

Gli spazi si articolano su tre livelli:

– un pian terreno, con accesso dal giardino frontale per le carrozze, usato per banchetti formali e incontri istituzionali,

– un primo piano, con accesso dal giardino sul retro usato per la vita quotidiana della nobile casata,

– una soffitta ad uso della servitù.

La filosofia che si è sempre adottata in questa dimora è stata quella della conservazione, la sensazione che si percepisce entrando in questi saloni è quella di essersi fermati nel tempo. Gli arredi, i rivestimenti, la carta da parati ridondante e la scelta dei colori ci fanno tornare indietro di qualche secolo, aiutandoci a comprendere quella che era tutta la grandezza di questa antica casata e di quelle che vi succedettero. Così, in ogni ambiente si è voluto mantenere la destinazione d’uso originale consolidata nel tempo.

Ma la villa è stata aperta al pubblico con l’intento di ospitare eventi, per questo, non fatevi ingannare dalle romantiche storie che ruotano attorno alle varie stanze! Ogni spazio è declinabile in qualsiasi maniera riterrete più opportuna per il vostro evento. Le destinazioni d’uso

possono mutare e gli arredi possono venire spostati, rimossi o incrementati a seconda dei vostri gusti e delle vostre necessità.

 

Salotto

Si tratta del salotto privato delle nobili casate. Affiancato alla camera da pranzo era il luogo ideale dove ritirarsi dopo cena in compagnia di familiari ed amici intimi, fumando un sigaro, gustandosi un amaro della nutrita scorta posseduta oppure leggendo un libro davanti al tepore del caminetto. Trovandosi al centro della casa, proprio di fronte all’ingresso, è probabilmente la stanza migliore dell’intera villa, da qui si accede al balcone in ferro battuto da cui si ha un punto di vista privilegiato sul giardino e sulla città. Perfetta per dare il Benvenuto ed incorniciare da subito quello che poi si potrà apprezzare più nel dettaglio nelle sale successive.

Sala da pranzo

Come di consueto si trova a fianco ad una cucina per agevolare il lavoro di cuochi e camerieri, situata al primo piano perchè di uso quotidiano, dispone di un numero ristretto di posti a sedere  in quanto destinata ad accogliere soltanto i membri della famiglia e gli amici più stretti. Rimane un salone ad uso pubblico, declinabile in diverse maniere a seconda delle esigenze dell’occasione in questione.

Sala da ballo

Questa sala era la sala più usata nelle occasioni formali. Prospiciente l’accesso principale sul fronte della casa, inondata di luce nelle belle giornate e con un accesso diretto dal giardino, offriva un degno Benvenuto agli ospiti appena scesi dalla carrozza. I ricevimenti e le feste organizzate in casa si svolgevano per la maggior parte del tempo in questa stanza, fulcro della zona più “pubblica” dell’abitazione. Ancora oggi rimane una delle sale più sfruttate per la conformazione dello spazio, l’accesso diretto con l’esterno e la posizione centrale rispetto gli altri saloni.

Sala della musica

Un pianoforte a coda fatto arrivare da Vienna secoli or sono, la carta da parati a trama dorata e ci troviamo immersi in un atmosfera d’altri tempi. Questo era il posto in cui dilettarsi dopo cena con gli ospiti, ascoltando qualche eccellente pianista chiamato per l’occasione o sfoderando della abilità di suonatori in prima persona. Non volendo privare questo spazio del suo fascino particolare, si è mantenuto l’antico pianoforte viennese nella sua posizione, troneggiante all’interno della stanza. Che stanza della musica sarebbe altrimenti?

Taverna

La taverna denota, già solo per il suo nome, uno spazio accogliente, confortevole e “casalingo” nonostante fosse uno spazio tra i più pubblici della casa. Lunghe tavolate venivano imbandite qui alla luce degli ospiti più illustri.  Ad oggi rimane uno spazio piacevolmente usato nella ricerca di un po’ di refrigerio al’interno delle spesse mura della casa durante un banchetto torrido in piena estate oppure per cercare un po’ di tepore davanti al camino in una serata di un rigido inverno.

Stanze da letto

La villa disponeva di diverse camere da letto, al piano primo quelle ad uso della famiglia, ed al secondo quelle destinate alla servitù. Orientate a nord verso il giardino posteriore di modo da permettere un maggior livello di tranquillità e privacy nelle serate di festa, quando il chiasso di musica, balli e chiacchiere si concentravano al piano inferiore e nel giardino anteriore alla casa. Qualche camera è rimasta tale in visione di una futura fruizione da parte dei clienti, qualche altra è stata riadattata perseguendo la scelta di avere più spazi ad uso comune.

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